3 PAGINE DI STORIA – PAGINA NUMERO 2

Tutte le sere il fratello intelligente presentava delle precise domande al fratello idiota, rimandendo con lui ad analizzare le sue risposte, parola per parola e frase per frase.

Il sentire bene lo avrebbe portato a sentirsi meglio e sentendo meglio sarebbe stato più sereno e connesso, cosa che per il fratello intelligente era la normalità.

Per sentita sfortuna, la sensazione del fratello idiota era sí, sentire bene le domande, ma non fermandosi prima a sentirsi bene dentro, rispondeva ad una velocità supersonica. La sua era reazione. Il fratello intelligente lo capiva perché non finiva la domanda che la sua risposta era già piazzata come se stesse partecipando ad un quiz: “Questa la so!”. Sempre per sentita sfortuna, il fratello intelligente ben sapeva che le risposte alle sue precise domande, non potevano sentitamente arrivare reagendo, ma riflettendo su ciò che si sentiva bene in quel momento. Certo, poteva benissimo essere lo stesso di un mese fa, ma il tutto doveva essere attualizzato ad ora ed un minimo e giusto tempo di riflessione doveva esserci. Il concetto di presente, per il fratello idiota, era una perdita di tempo: “Io ho già sentito, io già so, ora è tutto chiaro..”. Ma non era chiaro proprio un sentito tubo. Il sentire come reazione era sentire male, male e male.

Ma il sentire non era facile per il fratello idiota.

Il fratello intelligente non era soddisfatto delle risposte che gli aveva dato, ma vedeva comunque che qualche sensazione nuova era venuta alla luce e ne avvertiva i benefici. Percepiva che il fratello idiota aveva sentito bene delle verità e forse poteva andare avanti da solo, adesso.

Lo lasciò fare.

Fine della pagina numero 2.

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