EVOLVING WITH ROCK
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Un incubo di viaggio
per chiudere tutto in
2 minuti e 46 secondi,
giocando la mia mano.
Poker
Ora tocca a me.
1. Mi libero dai pesi
è la sensazione che preferisco prima di mischiare il nuovo mazzo di carte.
2. Mi lavo dall’immediatezza delle minchiate sparate a caso
è la seconda sensazione che preferisco,
prima di avere le nuove carte in mano.
3. Ci mangio sopra perché ho fame di novità
è la terza sensazione che preferisco,
prima di vedere le mie nuove carte.
4. Prendo tempo per meditare la mia mossa
è la quarta sensazione che preferisco,
ho le mie nuove carte in mano e voglio conoscerle a fondo.
5. Vediamo che mi manda il Caso
è la quinta sensazione che non preferisco ma che devo sentire per forza, per meditare ancora.
6. Vediamo con chi gioco
è la sesta sensazione che devo sentire
per capire e conoscere i miei avversari
meglio di me stessa.
7. Faccio il mio gioco
è la mia sensazione migliore
che arriva alla fine,
quando tutto è già a carte scoperte, per me,
ma non per l’avversario.
Godo
E mi fermo qui a meditare.
8. Capisco chi è il mio avversario
è l’ottava sensazione che mi va di sentire in profondità
9. La Fine
è la sensazione che fa arrivare al punto: cosa faccio o cosa punto?
E la realtà non va sempre dove senti tu
ti fa lavorare ancora,
ancora di più,
ecco perché non riesci a smettere di giocare,
vuoi fare una nuova partita
e vedere come va a finire
stavolta.
Lo stereotipo del giocatore incallito
non ha senso di esistere se la verità è
“non valuti mai la partita per la sua fine,
ma per quello che hai sentito
mentre giocavi.”
Giocare Nuts o giocare Soldi Veri,
ha poca importanza,
non ti rendi nemmeno conto
di quello che perdi o che vinci,
fino alla fine,
quando sentirai Qualcosa
senza avere più il tuo avversario difronte.
Non è un miraggio,
ma la sensazione di aver giocato male la partita.
Cosa fai adesso?
Giochi di nuovo o lasci la partita con 2 Nuts in mano?
Io mi giudicherei colpevole
di non aver capito il gioco.
In quale stereotipo mi mettete?