L’educazione è sentire e dare bella resa di sè, che significa portare gentilmente fuori, quello che si ha dentro, facendolo sentire bene alle persone.
L’educazione non è semplicemente da sentire a casa, a scuola, a tavola, a lavoro e via dicendo, ma è percepire bene la sensazione di “essere educati” in belle e sentite circostanze, il che vuol dire sempre, e a patto che si senta davvero di essere educati in quella data circostanza.
Le circostanze sono occasioni quotidiane e sentitamente infinite. La sensazione di sentirle infinite è personale, io la sento così per esempio, ma sono in caso strano forse. Ognuno ha la sua percezione di numerosità e forma delle circostanze nelle quali sente di essere educato.
L’etimologia della parola “educare” è composta da “e” e “duco” e vuol dire letteralmente guidare fuori o anche portare fuori. L’educazione è, a mio sentire, una sensazione a doppio senso: da una parte c’è l’educare che vuol dire sentire di fare da guida all’educazione dell’educando, dall’altra parte c’è l’educazione che è l’essere educato con le persone sentendo di portare fuori la propria personalità in modo gentile, chiaro e onesto.
La domanda da sentire bene per se stessi è: sono educato bene o faccio solo finta di esserlo?
Buon ascolto di voi stessi.